Kouroi

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I kouroi e le korai (ϰοῦροι e ϰόραι - ragazzi e ragazze) sono sculture greche, la cui nascita si colloca intorno al VI secolo a.C. e la cui impostazione risente dell'eredità della statuaria egizia.

Indice

[modifica] I tre “ordini”

Come si è soliti suddividere i tre stili dei templi greci in ordine dorico, ionico e corinzio, convenzionalmente si divide la scultura greca in dorica, attica e corinzia.

  • La scultura dorica si sviluppa dal VII-VI secolo a.C. ed è caratterizzata da fattezze tozze e un po' sproporzionate.
  • La scultura attica si sviluppa dal VI secolo a.C. e cerca di riprodurre le membra maggiormente curve.
  • La scultura ionica si sviluppa anch'essa nel VI secolo a.C. e ricerca l'armonia e l'equilibrio.
Per approfondire, vedi le voci Scultura ionica, Scultura dorica e Scultura attica.

[modifica] Kouros

Un kouros.
Un kouros.

Il kouros (singolare di kouroi) rappresenta un giovane nell'età in cui la sua bellezza, sia fisica sia spirituale (kalokagathia), è al suo apice. Questo periodo è compreso tra i 17 e i 19 anni, cioè in quell'età che va oltre l’adolescenza e precede la maturità adulta.

La statua, priva di ogni indumento, è in posizione stante, benché presenti la gamba sinistra avanzata, ad accennare un passo, unico segno, anche se tenue, di movimento. Ulteriore fatto caratterizzante i kouroi sono le braccia addossate al corpo, che terminano con pugni chiusi. In più risalta nella faccia il cosiddetto “sorriso arcaico”, sorriso appena accennato, leggermente beffardo. Si pensa che il suo utilizzo possa essere dovuto alla forte relazione tra esso e la pace interiore del soggetto della statua. Più probabilmente, però, bisogna ricondurre il suo impiego alla incapacità degli scultori di rendere realmente curve le linee della faccia; infatti, porre questa curva, che costituisce il sorriso, portava ad arrotondare tutte le fattezze facciali, particolarmente quelle della bocca stessa e degli occhi. Le statue, infine, venivano create con l’intento di rendere la parte frontale predominante sugli altri lati.

Quindi le caratteristiche dei kouroi sono:

  • staticità
  • nudità
  • gamba sinistra avanzata
  • braccia addossate al corpo
  • pugni serrati
  • sorriso arcaico
  • visione frontale

[modifica] Kleobi e Bitone

[modifica] Il mito

Kleobi e Bitone.
Kleobi e Bitone.

Il mito narra come Kleobi (Klèobis) e Bitone (Bìton) fossero i due figli di Cidìppe, sacerdotessa del tempio di Hera. I due giovani si offrono di aiutare la madre, in ritardo nell'andata al tempio. Siccome predisporre i buoi avrebbe richiesto molto tempo, Kleobi e Bitone si offrono di sostituirsi ai buoi e di trainare con le proprie forze il carro della madre per 45 stadi, circa 8 chilometri. Cidippe, estremamente orgogliosa e riconoscente verso i propri figli, prega la Dea affinché premi i due ragazzi. Hera, ricevute le preghiere e commossa del loro atto, li fa sprofondare entrambi in un sonno piacevole ed eterno.

[modifica] Le statue

I due kouroi sono statue del 600-590 a.C. attribuite a Polimède (o Ymèdes), scultore oriundo di Argo. Sono realizzate in marmo pario, alte 218 cm e 216 cm e conservate al Museo Archeologico di Delfi.

Le statue rappresentano un esempio evidente di kouros dorico. Esse, infatti, sono nude, statiche, col volto squadrato e schiacciato, il solito “sorriso arcaico”, la testa sovradimensionata, le braccia lungo il corpo, i pugni chiusi, le rispettive gambe sinistre avanzate e le trecce ricadenti davanti le spalle. In più presentano una muscolatura abbastanza tozza, in particolare i polpacci, le braccia leggermente flesse, gli occhi a mandorla (segno evidente degli influssi egizi), una fronte bassa e arcate sopraccigliari in evidenza. Le due statue sono state costruite rendendo la parte frontale predominante sulle altre (le parti laterali e quella posteriore); osservandola dagli altri lati ci si accorge di come si le statue perdano di vigore.

Particolarità, ma non unicità, dei due kouroi sono le corrispondenze simmetriche tra diverse parti del corpo; è proprio in questo periodo, infatti, che gli artisti greci iniziano a collegare la bellezza alla simmetria, fatto noto col termine di analoghia. Se, idealmente, poniamo un asse di simmetria passante per le due ascelle (e quindi parallelo al terreno), troviamo corrispondenza tra le linee delle clavicole e quelle dei pettorali. Oppure tra le linee campaniformi del torace e quelle formate dall'inguine e dall'attaccatura delle gambe col busto. Oppure ancora tra le linee delle piegature delle braccia e quelle che formano la parte superiore delle rotule.

[modifica] Kore

Una kore.
Una kore.

La kore (singolare di korai) sono delle statue rappresentanti una giovane quasi donna, che, superata la fase della fanciullezza, ormai conosce la sua natura di madre.

Riguardo l’aspetto tecnico-artistico, esse presentano:

  • piedi uniti (differentemente dai kouroi, dove uno è avanzato);
  • un braccio lungo il corpo e l’altro, solitamente il destro, piegato verso il petto e l’alto (caratteristica assente nel kouros, dove ambedue le braccia sono addossate al corpo), nell’atto di offrire un’offerta alla dea o al dio;
  • presenza di vestiti, cioè chitòne, tunica (tipico indumento greco), e himation, una specie di mantello (utilizzato sopra il chitone);

[modifica] L’Hera di Samo

L’Hera di Samo.
L’Hera di Samo.

L'Hera di Samo è una kore che riassume lo stile scultoreo ionico. Essa è stata creata intorno al 570 a.C. e raffigura o la dea Era o una fanciulla che porta offerte al tempio. Sulla base è presente il nome Cheràmyes, probabilmente il nome di colui che offrì la statua alla dèa. Sfortunatamente ci è pervenuta acèfala.

La statua è sostanzialmente cilindrica, partendo dai piedi fino a circa l’ombelico. Presenta tutte le varie caratteristiche delle korai, cioè:

  • soggetto stante
  • piedi uniti
  • braccio lungo il corpo
  • mano serrata
  • braccio teso a porgere un dono

Nel caso proposto, il braccio che sta lungo il fianco è quello destro, mentre il sinistro è parzialmente perduto. Ad ogni modo se ne deduce dai tratti rimasti che doveva essere indirizzato verso l’alto e il petto a offrire un’offerta, probabilmente una melagrana, per il suo significato di abbondanza e prosperità.

Il soggetto è vestito di chitone e himation, con un'alternanza di pieghettature verticali (del chitone) a pieghettature oblique (dell’himation), a riprodurre così le scanalature a spigoli smussati del fusto delle colonne dell'ordine ionico.

[modifica] Influenze egizie

La tipologia scultorea di per sé è profondamente ispirata alla statuaria votiva egizia, nella quale sono presenti tutti i caratteri dei kouroi, con l'eccezione di due cose:

  1. le mani serrate a pugno stringono un cilindro per ciascuna; il cilindro, infatti, era per gli egizi simbolo di regalità.
  2. i volti sono resi, dagli scultori greci, in raffigurazioni idealizzate (particolare rilievo ottengono gli occhi, allo stesso modo dei Sumeri), mentre gli scultori egizi ricercano una rappresentazione più aderente alla realtà.

Si ritiene assai probabile, quindi, che statue egizie siano arrivate fino in Grecia, influenzandone gli scultori.

[modifica] Voci correlate

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